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Vogue. Più di un secolo di editoria alla moda

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Fonte di ispirazione di molte generazioni per quanto riguarda tutto ciò che gira attorno al mondo della moda, la rivista Vogue, edita in diciannove nazioni in quattordici lingue diverse, è testimone da più di un secolo dei cambiamenti delle mode.

Creata da Arthur Baldwin Turnure nel 1892 con lo scopo di raccontare gli interessi e lo stile di vita dell’alta società newyorkese e rivolta anche a chi aspirava di far parte di quel mondo, la storia di Vogue è andata infatti di pari passo con la storia della moda internazionale degli ultimi centoventicinque anni, lanciando artisti, stilisti, fotografi e modelle.

Simbolo dello stile della rivista, la copertina: espressione dei nuovi movimenti artistici nei primi decenni del secolo scorso. A partire dagli anni Trenta, quando ancora l’elevato costo della stampa a colori era proibitivo per la maggior parte degli editori, la copertina di Vogue iniziò ad ospitare le famose fotografie a colori delle modelle e delle principali stelle di Hollywood, ritratte da grandi fotografi come Irvin Penn, Richard Avedon, William Klein, Annie Leibovitz, Helmut Merton ed Herb Ritts.

Vogue Italia nasce nel 1962 e con il boom del made in Italy degli anni Settanta la rivista diventa l’appuntamento mensile più autorevole in fatto di moda, stili e tendenze, arricchito anche da allegati dedicati all’alta moda, agli interni d’autore, allo shopping e alla bellezza. Seguiranno poi diverse altre pubblicazioni: L’Uomo Vogue, Vogue Bambini, Vogue Gioiello, Vogue Spose e Vogue Accessory.

Dal 2010 Vogue Italia è anche un web magazine. Dal portale online è possibile seguire i video dei dietro le quinte delle sfilate dei maggiori stilisti, scoprire le ultime novità e tendenze internazionali, avere un continuo aggiornamento sulle sfilate ed accedere a sezioni dedicate.

Un grande palcoscenico quindi, alla cui direzione si sono sempre avvicendate donne e che è stato ispirazione per documentari e varie produzioni cinematografiche, quali ad esempio il noto film Il Diavolo veste Prada con Meryl Streep nei panni di Miranda Priestly, che ha seguito l’immagine che la donna ha mutato nel tempo, da quella romantica e dell’alta società a quella della donna in carriera, fino ad arrivare a perdere l’immagine stereotipata di rivista esclusivamente elitaria, avvicinandosi sempre più ad un pubblico giovane e popolare, con l’obiettivo di celebrare il bello ed il creativo ma con un registro più giornalistico e un approccio sempre più vicino alla realtà.

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