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Audrey Hepburn, la donna che ha cambiato la nostra idea dell’eleganza

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Tutti la ricordiamo così, nelle tante foto in bianco e nero che la ritraggono: nel ben noto e impeccabile tubino nero e nascosta da grandi occhiali da sole sul set di Colazione da Tiffany.
Audrey Kathleen Ruston, al cui nome suo padre aggiunge anni dopo il cognome della nonna materna, Hepburn, il 4 maggio prossimo avrebbe compiuto 88 anni. Nata a Bruxelles, Audrey ebbe un’infanzia agiata ed ebbe la possibilità di frequentare la scuola di ballo, fintanto le vicende della guerra costrinsero anche la sua famiglia a vivere situazioni di estrema fame e rigidità. Fu in quel periodo che, per motivi di sicurezza, Audrey dovette cambiare il suo nome in Edda Van Heemstra.

Dopo la guerra, trasferitasi prima ad Amsterdam e poi a Londra, continuò a studiare danza ed iniziò a recitare in documentari e a teatro, fintanto l’allora ottantenne scrittrice e attrice teatrale francese Colette, considerata fra le maggiori figure culturali della prima metà del XX secolo, la scelse come protagonista per la sua commedia teatrale Gigi.

Dopo questa esperienza Audrey inizia la sua vera e propria carriera cinematografica, fino ad ottenere una parte nel celebre Vacanze romane di William Wyler, che le varrà un Oscar come migliore attrice protagonista nel 1954. Colazione da Tiffany – ovviamente – ma altri grandi film come My fair lady, Sabrina, Guerra e pace, Cenerentola a Parigi, Due per la strada, Robin e Marian, fino alla sua ultima apparizione cinematografica, Always – Per sempre, alla fine degli anni Ottanta, per la regia di Steven Spielberg.

Audrey Hepburn lavora con i maggiori registi e i più noti attori del tempo, da Humphrey Bogart a Maurice Chevalier, da Gregory Peck a Gary Cooper e Fred Astair, divenendo in brevissimo tempo donna simbolo di eleganza e gran classe.

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Un libro di ricordi, arricchito di foto in gran parte inedite, dal titolo Audrey mia madre, pubblicato nel 2015 da Mondadori Electa e scritto dal suo secondo figlio, Luca, nato nel 1970 e avuto dall’attrice con lo psichiatra italiano Andrea Dotti, racconta della vita familiare dell’attrice che, allontanatasi dalle scene ed impegnata attivamente nel volontariato, diventerà alla fine degli anni Ottanta ambasciatrice dell’UNICEF.

Donna di un’eterea bellezza indiscussa, la Hepburn possedeva altrettanto indiscusse doti di bravura e professionalità che l’hanno resa una delle attrici più richieste dai maggiori registi del tempo e che l’hanno eletta donna simbolo per stile ed eleganza, qualità che le vengono riconosciute anche oggi.

Musa di Hubert de Givenchy, con il quale strinse un lungo sodalizio di moda e di amicizia, la Hepburn indossò il noto abito da lui creato per lei per il film Colazione da Tiffany (oggi conservato al Museo del Costume a Madrid), di cui una copia, messa all’asta da Christie’s nel 2006, è stata venduta per una cifra da record.

Ma non sono stati solo gli abiti, il make up, il taglio dei capelli o i preziosi fili di perle che amava indossare che hanno fatto di Audrey Hepburn una donna simbolo: qualità innate, probabilmente, inarrivabili anche per chi ha una silhoutette come la sua, che ancora oggi influenzano le scelte e gli stili di molte donne e che la fanno ricordare come una donna di gran classe, elegante, attenta ai particolari e dal portamento inimitabile.

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