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Cosa si intende in economia per ‘risparmio’?

Risparmiare: mettere da parte, conservare, accumulare, accantonare, serbare, dosare.
Un’arte, oggi come oggi.

Tanti i consigli per imparare a gestire il proprio denaro e riuscire a metterlo da parte, iniziando dall’autodisciplina, annotando tutte le spese che si fanno quotidianamente e iniziando a valutare quali siano quelle indispensabili e quelle meno necessarie.

Generalmente il termine “risparmio” indica sacrificare qualcosa nel presente per avere qualcosa di più in futuro, un concetto che, in modo molto semplicistico, riporta alla favola di Esopo della cicala e della formica, dove appunto la formichina sacrifica la sua spensieratezza durante la bella stagione per mettere da parte scorte per l’inverno.

Una favola che innanzitutto ci dà una lezione di educazione al risparmio e di comportamento responsabile e che ci dice anche che il risparmio può avere un valore maggiore se condiviso con gli altri, ma che rappresenta anche un atto di prudenza che in un certo qual senso riporta al concetto che in economia viene considerato dalla cosiddetta “teoria del risparmio precauzionale”, cioè quella tendenza ad aumentare i propri risparmi in presenza di rischio, per far fronte alla perdita di benessere causata dall’incertezza.

L’economia ci dice che il risparmio è quella parte di reddito non consumato e Keynes (economista britannico considerato una delle figure fondamentali della scienza economica del XX secolo, padre della macroeconomia) ci spiega che risparmio, reddito e consumi vanno a braccetto.
Secondo le teorie keynesiane, infatti, un aumento del risparmio implica una riduzione dei consumi e questo porta alla contrazione della domanda. Ovvero: più metto da parte, meno denaro avrò da spendere e quindi meno acquisterò.

Questo, per ovvi motivi, in un sistema economico non è considerata una situazione favorevole, in quanto un maggior risparmio non fa aumentare gli investimenti e il minor consumo fa diminuire domanda e produzione.
Un paradosso, utilizzato da Keynes per indicare come, se il livello del risparmio fosse troppo alto, anche la produzione e conseguentemente gli investimenti potrebbero diminuire, creando uno squilibrio del reddito.

Altra considerazione è quella definita in economia come “propensione marginale al risparmio”, cioè il rapporto tra incremento del risparmio e incremento del reddito. In questo senso, il risparmio è in funzione crescente del reddito, cioè se il reddito disponibile è maggiore, essendo soddisfatti i nostri bisogni, tenderemo a risparmiare di più. Quindi i risparmi dipendono anche dal livello di reddito.

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