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Il concetto di “bricolage”. Un’idea trasversale che attraversa arte, filosofia e shopping di massa

Il Fai da te è un hobby che accomuna molte persone. Seppur possa essere messo in atto con scopi diversi, questa pratica ha infatti antiche radici tra le pratiche dell’uomo. Tradizionalmente prendersi carico di lavori manuali semplici e riutilizzare scarti di differenti tipologie di materiali nasceva dalla necessità di risparmiare e di sfruttare un oggetto fino al suo completo consumo.

Oggi esistono diverse applicazioni del bricolage nel nostro quotidiano. Il concetto alla base del Fai da te non riguarda solo il decoro e il rinnovo degli spazi della casa o la costruzione e l’accomodatura di qualcosa di rotto. Questa pratica include infatti altro oltre ai piccoli lavoretti in casa e a semplici riparazioni. Può avere risvolti per esempio anche nel mondo dell’arte, nel pensiero sociologico e filosofico e addirittura nelle nostre pratiche di consumo.

Ai giorni nostri “riciclare” è una parola molto utilizzata in diversi ambiti e settori. E ciò non solo perché è divenuta una necessità primaria a causa delle problematiche ambientali e dell’eccessivo consumismo che regna in numerosi paesi del mondo. Riutilizzare e ridare un ruolo a un oggetto o a un tessuto apparentemente senza più scopo o usi possibili è diventato nuova espressione artistica. Nel design, nella scultura e nella musica gli esempi sono numerosi e nella maggior parte dei casi si può parlare di bricolage inteso nella sua accezione più originale, ossia come creazione di qualcosa di nuovo da residui e materiali di recupero.

L’applicazione del bricolage al mondo dell’arte stravolge l’idea di questa attività manuale, trasformandola in primo luogo in occupazione ed eliminando qualsiasi connotazione lo annoveri come hobby. I casi in cui nell’arte si fa un uso innovativo e anche imprevisto di materie svariate sono in continua crescita negli ultimi anni. Dalla danza alla scultura, dalle performance alla musica fino a innovativi oggetti e arredi di design. Anche in TV sono diversi i programmi che hanno raggiunto il successo occupandosi di Fai da te, come Art Attack sulla Rai oppure Paint Your Life sul canale Real Time in tempi recenti.

Non è solo in campo creativo che il Fai da te trovi altri sviluppi. Per esempio Claude Lévi-Strauss, filosofo e antropologo, sviluppò oltre cinquant’anni fa il concetto di mito equiparandolo al bricolage. Il pensiero mitico, così come questa pratica manuale, si basa su strutture che nascono da residui di altre strutture. Il bricoleur, ossia colui che prende in prestito dal contesto che lo circonda gli strumenti offertigli per riadattarli ai propri bisogni, si distingue per questo motivo dall’ingegnere nel cui agire passa invece dagli obiettivi al significato.

Occuparsi di lavori manuali per dare vita a nuove creazioni non è solo fonte di ispirazione per teorie etnologiche e sociali, ma rappresenta anche uno stimolo al cambiamento delle abitudini d’acquisto. Lo pratica odierna dello shopping si fonda sul costante consumo di beni, rendendo gli oggetti sempre meno durevoli e qualitativamente validi. Reinventare ciò che possediamo per donargli nuova forma diventa quindi un segnale di lotta al consumismo e allo spreco di beni di varia natura.

Leggendo in una chiave rivoluzionaria e trasversale l’ampliamento di una pratica manuale e semplice come il Fai da te, è possibile dunque conoscere varie sfaccettature di settori idealmente lontani tra loro e ritrovarvi anche dei punti in comune.

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