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Il turista non è un viaggiatore. Parola di Tiziano Terzani

Tiziano Terzani

Che cosa significa viaggiare? La sua etimologia ci porta alla radice via, che proviene dall’antico sanscrito vaha, con il significato di “andare”. Il viaggio indica quindi un movimento costante, lungo un percorso che è quello definito dai propri piedi e quindi dalla propria esperienza.

Il concetto di viaggio è uno dei più antichi fra quelli che hanno contribuito a fondare la cultura umana. I miti, le leggende, le storie, le mitologie e le religioni spesso trattano di questo soggetto come un grande tema al cui interno si incontrano avvenimenti più specifici. L’esempio più conosciuto per noi è probabilmente l’Odissea omerica, ma la portata del viaggio inteso come tema e come simbolo permea tutte le culture antiche e moderne.

D’altronde, che cos’è la vita stessa se non un viaggio? Lo avevano già capito i grandi pensatori d’oriente e d’occidente, e recentemente ce lo hanno spiegato alcuni scrittori particolarmente sensibili, come Bruce Chatwin, Joseph Conrad e, in Italia, Tiziano Terzani.

Il famoso giornalista toscano, conosciuto per i suoi importanti reportage del periodo dell’estremo Oriente, in particolare durante la guerra del Vietnam, aveva sviluppato negli anni una spiccata sensibilità verso un pensiero olistico influenzato dalla cultura indiana e cinese. Un pensiero che lo portava a prendere parte nel mondo con una visione ben precisa e che, nell’occasione di una delle ultime interviste rilasciate, gli permise anche di definire le differenze che distinguono il viaggio ed il turismo.

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Terzani era ben consapevole che il turista ed il viaggiatore avevano poco in comune. Del resto, il turismo è un comportamento sorprendentemente recente, nato durante il XIX secolo, e designa ora quasi solamente il periodo di tempo che si passa lontano da casa durante una vacanza. Il viaggio, invece, è ben lontano dall’essere una vacanza e può anche essere estremamente faticoso.

Il viaggio, nelle sue parole, è concepito come un lasciarsi andare e guidare dalla curiosità verso la realtà che si incontra, permettendo al caso, agli imprevisti ed ai problemi di deviare il percorso. Questo si ottiene soltanto dimenticandosi dei piani e degli appuntamenti: viaggiare è l’opposto della pianificazione. Il turismo, invece, è per Terzani una forma di consumo che ha finito col creare un cambio di mentalità e uno snaturamento in quei luoghi in cui inizia a diffondersi. Gli esempi sono lampanti: il più famoso è il caso di Venezia, che viene divorata da oltre trenta milioni di turisti all’anno.

Gli unici veri viaggiatori, per Terzani, sono i pellegrini, che abbandonano i propri luoghi e mostrano rispetto e venerazione per i posti in cui vanno. Invece, chi “pensa di fare tutto in tre giorni, visitando ogni ora qualcosa, ha finito di vivere il viaggio”. Per tornare viaggiatori bisogna prepararsi alla scoperta e riscoprire la poesia del viaggio, metafora della vita.

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