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Assicurazione sulla casa, quando può avere senso stipulare una polizza

La casa è da sempre uno dei beni sui quali gli italiani scelgono di investire gran parte dei propri risparmi. Nonostante la grave crisi del 2007 abbia avuto origine proprio dal mercato immobiliare, nel nostro immaginario il mattone continua a costituire una garanzia per la nostra tranquillità e la nostra sicurezza. Non sorprende dunque che chi entra in possesso di una nuova abitazione scelga quasi nell’immediato di stipulare un’assicurazione in grado di tutelarla da eventuali danni. Ma quali sono i principali fattori di rischio a cui è sottoposta?

E quali polizze sono in grado di offrire una buona copertura? Le domande sull’argomento sono molte e la confusione regna sovrana soprattutto in caso di appartamenti o case in affitto. Ecco dunque alcuni chiarimenti pensati per chi si appresta a sipulare per la prima volta un’assicurazione sulla casa.

Casa di proprietà, quale polizza scegliere?

Prima di passare in rassegna tutte le formule disponibili per assicurare una casa di propietà chiariamo innanzitutto il concetto di assicurazione obbligatoria o volontaria. Come è facilmente intuibile, la scelta di tutelare o meno la propria casa spetta ovviamente al proprietario. Tuttavia esistono situazioni particolari in cui la sua decisione può essere condizionata da terzi, una su tutte la presenza di un mutuo sull’abitazione stessa. In questo caso infatti la richiesta della polizza assicurativa può essere presentata direttamente dalla stessa banca con il quale il futuro proprietario ha deciso di accendere il mutuo. Per quest’ultima infatti la casa costituisce una garanzia economica ed è normale che un’assicurazione che la tuteli dai principali eventi incidentali possa costituire una garanzia sia per l’ente stesso che per il soggetto pagante.

Chi invece risulta già proprietario della casa può scegliere fra le formule di Primo rischio assoluto e All risk. La prima, come espresso dal nome stesso, è una polizza dedicata al rischio principale al quale la casa è esposta: nel caso l’evento tanto temuto si verifichi questa tipologia di polizza permette di recuperare l’intera somma assicurata o l’intero valore dell’abitazione e, di conseguenza, di non intervenire con somme di denaro proprio. La seconda tipologia di polizza invece permette di coprire la propria casa da eventi dannosi che possano colpirla sia dall’interno che dall’esterno, come incendi, fughe di gas o altro ancora. In alcuni casi questa formula comprende anche la responsabilità civile, la quale permette di tutelarsi anche da danni recati ai propri vicini.

Casa in affitto: chi deve provvedere all’assicurazione?

La confusione aumenta quando l’argomento si sposta sulle case con le quali si ha un contratto di affitto, per le quali il dubbio più frequente è sempre il campo d’azione di proprietario ed affittuario. Anche in questo caso le principali formule assicurative sono due: il Rischio locativo e la polizza pensata per i danni compiuti dall’inquilino. La prima è pensata per danni esterni, come incendi, terremoti o uragani per i quali la polizza copre esclusivamente i danni subiti dai beni dell’inquilino risiedente nell’appartamento; per i danni eventualmente subiti dalla struttura dell’appartamento stesso i rimborsi sono erogati solamente nel caso in cui il proprietario dell’immobile abbia deciso di assicurarlo. La seconda tipologia di polizza riguarda i danni provocati accidentalmente dagli inquilini stessi: in questo caso l’assicurazione provvede ai risarcimenti solo nella misura in cui l’inquilino ne ha diritto. Anche in quest’ultimo caso esiste la possibilità di aggiungere la formula ricorso terzi, destinata alla tutela di soggetti esterni all’appartamento.

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