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Il cartone della pizza. Qualche curiosità sulle scatole che rendono possibile la consegna a domicilio

Talvolta non è sufficiente che vengano rispettate le giuste norme in fatto di lavorazione e di qualità degli ingredienti per avere la totale garanzia di assumere alimenti sani.
Ci sono infatti tutta una serie di altri elementi che riguardano il settore alimentare (dalla conservazione all’igiene, dallo stoccaggio al packaging) che possono comunque partecipare a rendere dannose le pietanze che mangiamo.

È questo il caso dei contenitori con cui vengono solitamente impacchettate e consegnate le pizze che non vengono consumate sul posto.
La pizza: un alimento principe nella nostra cultura culinaria, che abbiamo esportato in tutto il mondo e che noi italiani consumiamo in grande quantità, e che talvolta costituisce un pasto completo, o mangiata in loco, in pizzerie e ristoranti che la propongono nei loro menu, oppure ordinata e consumata a casa, servendosi sempre più spesso di comodi servizi di consegna a domicilio.

Un cibo semplice, la pizza, che dovrebbe rappresentare un alimento sano, tipico dei sapori e dei gusti della nostra tradizione mediterranea, ma la cui totale salubrità – purtroppo – è spesso compromessa dagli oggetti con cui viene a contatto, ovvero i sopracitati box da asporto.
Benché le normative di legge (il decreto di riferimento è il D.M. 21 marzo 1973, con successive modificazioni) tendano a proteggere i consumatori dall’utilizzo di cartoni nocivi, purtroppo molto spesso queste non vengono rispettate ed è possibile che la pizza che ci gustiamo comodamente a casa sia in un qualche modo “inquinata” da elementi nocivi alla nostra salute.

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Norme ben precise, che riguardano la disciplina igienica degli imballaggi e di tutti gli utensili che vengono a contatto con sostanze alimentari, tenendo in considerazione anche imballaggi di cartone destinati ad alimenti “umidi” come appunto la pizza, la quale, in essi inserita calda, può favorire la migrazione di elementi tossici presenti nella composizione dei cartoni e quindi rendere nocivo il cibo che mangiamo.

I materiali più utilizzati per i cartoni da asporto per la pizza sono quelli in pura cellulosa, quelli in semichimica e quelli in cartone riciclato, questi ultimi assolutamente vietati dalla nostra normativa proprio perché possono causare contaminazioni nocive agli alimenti, soprattutto per la presenza eccessiva di piombo e di altre sostanze che – peraltro – sono inserite nell’elenco europeo delle sostanze estremamente problematiche sia per la salute che per l’ambiente.
Il fatto è che, soprattutto per una questione economica (il cartone riciclato, infatti, costa molto meno degli altri tipi di materiale), non sempre queste norme vengono rispettate, ed anzi continua ad esserci un uso molto frequente di imballaggi non garantiti.

Un allarme, questo, che è già stato dato da diverso tempo e che è arrivato da più parti per tutelare i consumatori e la loro salute, ma che purtroppo continua a non essere ascoltato e che, secondo recenti indagini, riguarda una gran parte dei cartoni per pizza che vengono normalmente utilizzati.
Un controsenso, oltretutto, pensando che vi sono norme (giuste) a cui attenersi per quanto riguarda gli ingredienti da utilizzare e le norme igieniche da tenere, ma che, anche se in tutta onestà sono rispettate da chi realizza le pizze che poi consumiamo, vengono poi vanificate dall’uso di imballaggi contenenti sostanze pericolose che mettono a rischio la nostra salute.

1 Risposta

  1. Siamo pienamente d’accordo! L’allarme delle scatole porta pizza nocive, perché non a norma di legge è un problema grave! Noi dello Scatolificio Martinelli Srl insieme ad un altro scatolificio, proprio per contrastare questo problema, avevamo istituito “l’Associazione PortaPizza Sicuro” con l’obiettivo di tutelare il consumatore, garantendo, nella produzione di contenitori per pizza d’asporto, l’utilizzo esclusivo di carte di pura cellulosa e inchiostri atossici. Purtroppo, dopo molti anni l’associazione non ha retto al passare del tempo e siamo stati costretti a chiuderla, anche perché molti dei nostri colleghi non hanno voluto farne parte. Ma nonostante questo, noi non abbiamo smesso di provarci, anzi continuiamo a seguire quell’obiettivo: producendo box pizza nel rispetto delle normative italiane e della salute dei consumatori.

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